Se questo è possibile, e lo è dimostratamente, allora urge una riflessione dura e profonda che coinvolga ogni branca del pensiero, al fine di rinnovare anche in senso epistemologico gli approcci cui siamo avvezzi e compiaciuti . E’ necessario rinunciare a ogni rassicurante chiusura accademica, a ogni avvolgimento e contorsione da convegno e finalmente accettare e introiettare la fine delle barriere dottrinali, delle certezze arrovellate sul nostro e solo sul nostro processo cognitivo e costruendo. A buon intenditor poche parole…

Roberta Anguillesi

Isis recluta minori in Europa (uscito su Corriere.it 26 settembre 2016)

Di Guido Olimpio
WASHINGTON – L’Isis, dopo aver usato dei minori negli attacchi suicidi nelle terra del Califfato, passa alla seconda fase: il ricorso ad adolescenti nei paesi occidentali. In Francia e Germania ne sono stati arrestati diversi, tutti pronti a compiere attacchi. Gli ultimi episodi, in rapida sequenza, a Colonia e Nizza. Una conferma agli allarmi lanciati dalle forze di polizia che seguono il fenomeno. Nella cittadina della Costa Azzurra, già teatro del massacro del 14 luglio, hanno fermato Soraya di 19 anni e un suo amico, Eve, convertito di soli 17.
Il gancio sul web
Informazioni ufficiali rilanciate dal quotidiano Le Figaro hanno fornito dati interessanti: la polizia francese ha schedato 1954 minorenni radicalizzati e di questi 37 sono sotto indagine. Un aumento del 121 per cento rispetto al passato. Di solito il reclutamento può avvenire con un passaparola tra amici o compagni di scuola, una catena che poi porta ad un gancio sul web, di solito un militante esperto che «coltiva» il ragazzo con sistemi di comunicazione criptati. Le inchieste condotte in Francia hanno portato più volte l’attenzione su Rachid Kassim, il terrorista che si muove tra Iraq e Siria, legato a diversi attentati. Soraya ed Eve sono stati identificati proprio tenendo d’occhio le mosse di Kassim. Ma non è solo l’Isis a cercare giovani da trasformare in mujaheddin. Le indagini si sono concentrate di nuovo su Omar Omsi, franco-maliano partito da Nizza e figura del qaedismo in Siria. Un volontario che ha finto di essere morto per potersi curare ed è poi riapparso sulla rete con la sua intensa propaganda.
Armi semplici
Lo Stato Islamico ispira questi adepti in modo remoto e li consiglia di usare, nelle loro azioni, armi semplici. Coltelli, pugnali, lame sono facilmente reperibili, non richiedono alcuna preparazione. Ma sono sufficienti, come abbiamo visto questa estate, per portare attacchi letali. Gli aggressori hanno assassinato due agenti e il parroco nella chiesa della Normandia, ferito i passeggeri di un treno, aggredito dei poliziotti. Al sedicenne bloccato a Colonia, invece, avevano dato l’ordine di piazzare un ordigno all’interno di un cestino della spazzatura.
Guido Olimpio