In Italia c’è sempre stato il bipolarismo e anche il bipartitismo, anzi, oltre. L’Italia ha sempre avuto uno ‘stato’ ( nel senso di ‘stato’ non di ‘governo’, attenzione ) stabile e monolitico, inamovibile e fatale in quanto supportato da due ‘chiese’ e da due ‘appartenenze’ fideistiche statiche, stabili, monolitiche e inamovibili, l’una contro l’altra armate per finta, l’una che sosteneva l’altra per davvero, con le chiacchiere e con e armi, con la trista commedia degliequivoci per cui quello che pareva opposizione era spartizione del controllo sociale e politico, quello che pareva contestazione era benedizione e sostegno del contestato. Una farsa, e se ci penso mi vengono a mente quelle commedie di feydeau in cui si aprono continuamente le porte e entra uno e dice una cosa e poi esce e entra un altro che finge l’ira e sull’equivoco esce di scena sbattendola, e poi nessuno sa più dove comincia l’equivoco ma si gigioneggia assai. L’Italia ha avuto lo stato più forte d’europa, garantito da una serie di equivoci e imbrogli e pettegolezzi e chiacchiere, erano i governi che giocavano il gioco delle parti, ma lo ‘stato’ no, quello ( nel male e nel male) è sempre rimasto lo stesso e lo stesso è, monolitico, inamovibile, funzionale, utile a garantire la fatale inadempienza democratica di un paese che non riesce a comprendere la differenza tra ‘stato’ e ‘governo’ e che non riesce a penetrare nella malattia che rappresenta quello ‘stato’ nato malato, e si attacca alla governabilità, confondendo, farneticando, imbrogliando alla ricerca di un paio di nuove chiese cui affidare il monolite e la sua crudele missione, non permetterci mai di diventate ‘cittadini’ e restate sempre ‘fedeli’, confusi e imbrogliati in discussioni arcane…(segue, quando ne ho voglia. ) Roberta Anguillesi.