Presepi si, presepi no.

Il preside bandisce il presepe con la motivazione  più provocatoria e idiota che si possa pensare ‘il presepe può provocare gli appartenenti a altre religioni’, quel preside è un bischero e su questo non ci piove. Ma andando oltre il preside bischero e la sua provocazione non petita colpa manifesta, mi sovviene una riflessione altra: guardiamo come in Usa ha generato il  tentativo di ‘convivenza’ tra diverse culture, tentativo che è passato attraverso la nascita spontanea di ‘simboli’ condivisi e riti ex novo che si sono impiantati sul precedente ma ne hanno reinventato la simbologia, creando nuove icone e nuovi ‘segni’ e sostanzialmente nuovi riti che potessero essere condivisi. Questo è avvenuto tramite i vitali gangli di quella società, che alcuni liquidano come ‘consumistica’ e quelli che lo fanno sono i meno laici tra tutti, e il natale è diventato una condivisibilissima festa ‘dei regali’ della ‘magia’ , della luce così come era in origine e le origini occidentali rivalutandosi hanno incluso. Quindi, il passaggio che solo il tempo e la necessità potrà darci è quello di trovare riti collettivi includenti e questi per essere tali devono essere frutto della cultura presente e non di una tradizione reiterata o, provocatoriamente, sacralizzata pur anche in negativo, la società laica dove si pratica sul serio l’antico principio di ‘libera chiesa in libero stato’ deve trovare, anzi generare, novità rituali o perisce nella difesa e nello scontro.”( scritto e non riletto)