Allora, è l’anniversario della morte di P.P.Pasolini. Gli anniversari sono una specialità italiana, specialmente quelli inerenti morti violente e altre atrocità, ci piacciono tanto a noi gli anniversari perchè sono come le feste comandate, ci si addobba poi un pianto e un lamento e via verso un nuovo mito da omaggiare, a ore. Pasolini ha fatto una morte di merda, questo è poco ma sicuro, è stato anche uno stimolante pensatore, ma, alla luce della mia evoluzione personale è stato anche un fardello utile e ammorbante per questo paese, utile a conservarne il bigottismo e celebrarne il senso di colpa, utile a un pauperismo conservatore e repellente che ancora ci ammorba nei giudizi, utile a mantenere in piedi liturgia e controliturgia in un appiccicoso pastone di paura, inferni e paradisi, falsi eretici e veri inquisitori. Non sono grata a Pasolini, non sono devota a quella cultura che ha celebrato, non mi piacciono i cilici e non mi piacciono neanche gli ipocriti. Quindi, sono grata a Pasolini perchè, come intellettuale, mi ha dato modo di elaborare, rendendola visibile e narrandola, una critica a il sistema di questo paese, la mia critica, ma io, fossi in noi, andrei avanti.