Distinguere il grano da il loglio è necessario per mantenere la testa lucida, il cervello in funzione e non inceppare il mulino. Tento, più per necessità personale di non perdere il capo che per altro, una breve riflessione. Il PROFUGO di guerra è, secondo il diritto internazionale e secondo le regole condivise, un ospite pro tempore cui i paesi, ausiliati dalle organizzazioni sovranazionali, concedono un asilo assistito, addirittura ne favoriscono la fuga attraverso corridoi umanitari, al fine di sottrarlo ai pericoli di una guerra in corso. Contemporaneamente gli stessi e altri enti si impegnano per ripristinare, attraverso strategie e interventi mirati, sicurezza e non belligeranza negli stati di provenienza, questo attraverso interventi di contenimento tra le varie fazioni o, nel caso, di guerra guerreggiata. Il profugo, una volta ristabilite condizioni di vita sostenibile torna in patria. Il MIGRANTE, è una persona che decide, per motivi vari che vanno dalla miseria nera alla semplice corsa verso un sogno, di uscire dal proprio paese e andare ‘altrove’, questa persona se ha una identità certa, documenti e una qualche meta precisa, può GIUSTAMENTE e LECITAMENTE, poichè uno dei diritti umani fondamentali è la libertà di movimento, recarsi in un paese ospitante e tentare di trovarvi un ruolo, portando con se la sua identità e i suoi desiderata. Ci sarebbe anche il rifugiato politico, ovvero colui che viene perseguitato in patria per le sue idee e che quindi deve godere di protezione e accoglienza, ma non carichiamo troppo. Ora, detto questo, vogliamo separare il grano da il loglio e mettere un pò di ordine nei nostri cervelli?…proviamo, io ci provo. (prima parte, quindi ovviamente continua…)