Bene,provo a dire una cosa , sono giorni che elaboro e leggo e mi infastidisco e misuro e soppeso quello che penso, e ora lo dico, è un mio diritto dirlo senza sentirmi ‘pantofolaia’ o ‘ciana da bar’ o ‘maestrona da tastiera’, perchè va bene inficiare le opinioni inficiando il mezzo con cui si esprimono, ma poi si esagera e se è vero che sui social si straparla spesso, sta a chi vi bazzica scegliere chi straparla e chi invece ritiene questo mezzo un luogo, una piazza, un posto e uno strumento a tutto tondo, dove il serio e il faceto, il vero e il falso, la sentenza e il ragionamento possano trovare una dimensione umana, relativa, individuale, corale ma umana in sostanza.Detto questo, io non ho niente da dire su Greta e Vanessa, non le conosco, non ho idea di chi siano, io ho solo la percezione di quello che ‘simbolicamente’ e ‘mediaticamente’ e ‘culturalmente’ queste due ragazze sono diventate.Tutto il casino strumentale che viene fatto su di loro è perverso e idiota, scontato, stupido, noioso. Ma credo anche che chi ‘va in missione’ per conto del ‘bene’, qualsiasi sia secondo lui ‘il bene’ sbagli, comunque sbagli, e assecondi una idea di ‘missione’ che dobbiamo superare per arrivare alla laicizzazione totale, netta, definitiva, secca, determinata, razionale e gelida che serve per affrontare e intervenire in situazioni complesse, dove il sacro si attriga col profano e per sciogliere i nodi ci vuole il pettine fine della razionalità.Quindi no, non c’è niente di ammirevole, e niente di assolutamente condannabile nella musata che le due hanno sbattuto contro la realtà, ma c’è un modello di ‘umanitarismo’ da rivedere, magari alla fredda luce di una salo operatoria nel mezzo alle macerie, luogo dove non c’è dio nè buontà e generosità, ma umanità dolente cui,con cognizione di causa, di cerca di alleviare le sofferenze, sapendo bene di non salvare il mondo, soprattutto sapendo bene che il mondo in genere non vuole essere salvato da noi. Roberta Anguillesi