ego.

Chiunque mi conosce, anche solo per iscritto, sa quali sentimenti e riflessioni mi inducono tutte le religioni. Mi sono definita meditatamente atea e mi sento pacificamente quanto profondamente anticlericale, avversa a tutti i cleri, sicuramente senza dio. Ma che un ‘ometto’ ( nel senso deamicisiano del termine ) che ha un incarico – per volontà del fato e della stoltezza altrui – che mi coinvolge in quanto cittadina, faccia lo spaccone da oratorio in udienza dal papa mi da fastidio. Tronfio sciocchino, insopportabile gigione che tra i tanti privilegi s’arroga quello ‘di non dover rispettare il protocollo’ seppur ricevuto dal monarca assoluto di uno stato indipendente, per altro anche capo di una chiesa che si vuole universale, povero scemo pieno d’aria che incedi a dieci centimetri da terra nei corridoi del potere, non sei che il ridicolo sunto di un ridicolo cammino di un ridicolo paese. Ora aspetto che tu inciampi in uno degli splendidi tappeti che calpesti e che non sono stati di certo tessuti per te, nel bene e nel male.