Un paio di tempo fa in linea d’aria, si è svolto un incontro che cambierà, in linea d’aria, questo nostro martoriato paese.
Io c’ero, e ho sentito il rumore della rivoluzione con le mie orecchie anche se poi, a ripensarci, era solo brusio, inquietante ma brusio.
S’era in tanti, ci hanno appeso anche un bel cartellino al collo, nome cognome a pennarello, tutto per la modica somma di 10 euro, e senza quello non entravi, c’era ‘la Sicurezza’ quella proprio Sicurezza, con gli auricolari lo sguardo torvo e i capelli rasati, e non entravi neppure a piangere.
Abbiamo aspettato poi è arrivato, eravamo li per lui, immagino.
Camminava come i fantasmi, scivolando a mezz’aria, senza muover muscolo, con gli occhi chiusi e un ritardo di un paio d’ore. Scivolando, ieratico tra due ali di perfetti imbecilli, che tentavano di toccarne le vesti e udirne anche il minimo sospiro
Non entravi senza quel cartellino al collo, e neppure uscivi, ma questo l’ho scoperto troppo tardi : finestre bloccate, divieto assoluto di appoggiarsi alle vetrate, tutti seduti, fermi, si comincia sapendo che il nemico, fuori, ci assedia. e c’era la Sicurezza che controllava anche i telefonini, niente di niente doveva uscire da quel segretissimo consesso, niente che non fosse controllato ( dicevano ‘condiviso’ perchè pareva più bello ) perchè c’era la rivoluzione di mezzo, mica steccolini.
C’era la Sicurezza, le porte serrate, e le mie claustrofobie, quelle fisiche e quelle mentali e c’era anche il Tavor, per fortuna mia, che l’avevo portato.
Io c’ero, e lo confesso, dormivo.
Per questo poco ricordo di quello che disse, vaghe figure e gente che si vantava di aver portato gente, e più gente avevi portato e più, evidentemente, eri ganzo, dove l’avessero portate non era importante evidentemente, e alcune donne giravano scalze, fieramente scalze,di questo sono sicura, la rivoluzione non so se ci fu, ma ripeto io dormivo…
quante passioni, quanti Credo recitati, in quella due giorni, quanti voti al guru, e quanta rivoluzione spazzacamini, nelle parole furiose di chi si metteva al microfono…c’erano [già] tutti: urlatori gutturali che diventeranno urlatori gutturali professionali, idealisti che si venderanno al primo seggio, illusi che si regaleranno al prossimo vate, rancorosi che si vendicheranno da stanze con pareti damascate. E poi c’eravamo noi, che per vincere la noia si scrisse su un foglietto: “Basta Roba a Ciampi”, e fu l’unica cosa che i giornali presero per buona…
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