Io c’ero, dormivo, ma c’ero.

Un paio di tempo fa in linea d’aria, si è svolto un incontro che cambierà, in linea d’aria, questo nostro martoriato paese.

Io c’ero, e ho sentito il rumore della rivoluzione con le mie orecchie anche se poi, a ripensarci, era solo brusio, inquietante ma brusio.

S’era in tanti, ci hanno appeso anche un bel cartellino al collo, nome cognome a pennarello, tutto per la modica somma di 10 euro, e senza quello non entravi, c’era ‘la Sicurezza’ quella proprio Sicurezza, con gli auricolari lo sguardo torvo e i capelli rasati, e non entravi neppure a piangere. 

Abbiamo aspettato poi è arrivato, eravamo li per lui, immagino.

Camminava come i fantasmi, scivolando a mezz’aria, senza muover muscolo, con gli occhi chiusi e un ritardo di un paio d’ore. Scivolando, ieratico tra due ali di perfetti imbecilli, che tentavano di toccarne le vesti e udirne anche il minimo sospiro

Non entravi senza quel cartellino al collo, e neppure uscivi, ma  questo l’ho scoperto troppo tardi : finestre bloccate, divieto assoluto di appoggiarsi alle vetrate, tutti seduti, fermi, si comincia sapendo che il nemico, fuori, ci assedia.  e c’era la Sicurezza che controllava anche i telefonini, niente di niente doveva uscire da quel segretissimo consesso, niente che non fosse controllato ( dicevano ‘condiviso’ perchè pareva più bello ) perchè c’era la rivoluzione di mezzo, mica steccolini.

C’era la Sicurezza, le porte serrate,  e le mie claustrofobie, quelle fisiche e quelle mentali e c’era anche il Tavor, per fortuna mia, che l’avevo portato.

Io c’ero, e lo confesso, dormivo.

Per questo poco ricordo di quello che disse, vaghe figure e gente che si vantava di aver portato gente, e più gente avevi portato e più, evidentemente, eri ganzo, dove l’avessero portate non era importante evidentemente, e alcune donne giravano scalze, fieramente scalze,di questo sono sicura, la rivoluzione non so se ci fu, ma ripeto io dormivo…

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/10/28/moretti-qualcosa-abbiamo-fatto-restero-finche-non.html

1 pensiero su “Io c’ero, dormivo, ma c’ero.”

  1. quante passioni, quanti Credo recitati, in quella due giorni, quanti voti al guru, e quanta rivoluzione spazzacamini, nelle parole furiose di chi si metteva al microfono…c’erano [già] tutti: urlatori gutturali che diventeranno urlatori gutturali professionali, idealisti che si venderanno al primo seggio, illusi che si regaleranno al prossimo vate, rancorosi che si vendicheranno da stanze con pareti damascate. E poi c’eravamo noi, che per vincere la noia si scrisse su un foglietto: “Basta Roba a Ciampi”, e fu l’unica cosa che i giornali presero per buona…

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